Lo scioglimento del Consiglio comunale e l'Esopo di Rigolato (1896-97)

Sul finire del 1896 il Consiglio comunale di Rigolato fu sciolto d'autorità a causa di «disordine in ufficio, irregolarità nell'andamento del servizio, prevalenza degli interessi privati su quelli comunali». Per rimettere le cose a posto venne nominato un regio commissario straordinario, nella persona di Francesco Alfani, proveniente da Roma, che in precedenza aveva già svolto analoghi compiti nei comuni di Sermoneta (Latina) e Artena (Roma). L'incarico doveva durare tre mesi ma, in prossimità della scadenza, venne prorogato di altri due per consentire la definizione della «importantissima questione relativa alla realizzazione di diversi residui attivi».
Il disciolto Consiglio comunale era stato guidato da Vittorio Giovanni Battista Gortana, figlio di Giovanni e Teresa Gracco, nato a Valpicetto il 4.10.1860, da poco sposato (nel 1896) con Giuseppa D'Andrea di Giuseppe e Giovanna Pascutti. Egli era già stato sindaco nella tornata precedente, subentrando forse a Candido Vidale (Candido Vidale viene nominato con R.D. 19.1.1891, Vittorio G.B. Gortana con R.D. 11.12.1892, ma la durata ordinaria del Consiglio era di tre anni). Nel 1895 si dimise, per ragioni al momento sconosciute. La Patria del Friuli del 20 febbraio 1895 notò in proposito che «In generale, a tutto il paese spiace tale sua determinazione, inquantoché ebbesi campo di riconoscere nel sig. Gortana un provetto funzionario, ed è difficile poi trovare persona adatta per sostituirlo».
Tra gli altri quattordici membri del Consiglio sciolto d'imperio c'erano dei personaggi il cui ricordo permane ancora vivo ai nostri giorni. Ecco i loro nomi: Pietro Candido, Ulderico Candido, Nicolò Ceconi, Pietro Ceconi, Giulio D'Andrea, Giovanni Della Pietra, Giovanni Battista Fruch, Giuseppe Gortan Cappellari, Pietro Gortana, Giovanni Battista Gracco, Eugenio Gussetti, Pietro Lepre, Amedeo Zanier e il dottor Durigon, dimissionario.
Gli articoli apparsi allora sulla stampa suggeriscono che le ragioni reali del «radicale provvedimento» fossero molto diverse da quelle ufficiali e affondassero in rivalità politiche e di interessi tutte locali. Dietro le quinte operava un misterioso personaggio, mai nominato, che supponiamo fosse proprio Candido Vidale (così può anche leggersi l'accenno di Esopo alla «Candida Ninfa» del commissario, ma la cosa andrà verificata con la documentazione ufficiale; poiché ci si deve muovere all'interno della ristretta cerchia dei geometri potrebbe trattarsi invece di Giovanni Battista Puntil, che qualche anno dopo progetterà la nuova scuola elementare).
L'operato del Commissario straordinario fu maldestro e stravagante (così lo definisce l'Esopo di Rigolato); diede luogo a ricorsi in cui il Comune risultò sempre perdente, probabilmente complicò le cose invece di risolverle e pesò sul bilancio comunale. Il tutto fu aggravato dall'atteggiamento arrogante e vessatorio tenuto dal commissario sia verso il medico comunale Arturo Magrini che verso le persone comuni; venne perfino arrestato negli uffici comunali, per oltraggio, Egidio Pellegrina, boscaiolo, che poi fu prosciolto da ogni accusa.
Si lascia al lettore il piacere di scoprire quanto scrisse nel vivo della vicenda il misterioso Esopo di Rigolato; benché in parte "censurato" per timore di querele, i suoi interventi sono molto articolati (uno è addirittura suddiviso in capitoli).
Tra le malefatte del commissario, forse allora ritenute minori ma con effetti irreparabili nel lungo periodo, c'è purtroppo anche la "sistemazione" dell'archivio comunale, attuata con «un auto da fè di circa tre quintali di carta». Sull'onda di quest'ultimo episodio si segnala la necessità di sistemare in modo adeguato l'archivio storico comunale — previa seria ricognizione e catalogazione — così da salvaguardare una parte importante della memoria collettiva del paese e favorirne l'accessibilità. (A.P.)
24.12.1896 — R. D., da Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia 16.1.1897, n. 12
Relazione di S. E. il Ministro dell'Interno a S. M. il Re, in udienza del 24 dicembre 1896, sul decreto che scioglie il Consiglio comunale di Rigolato (Udine)
SIRE!
Ho l'onore di sottoporre all'Augusta firma di V. M. l'unito decreto che scioglie il Consiglio comunale di Rigolato.
Quel Comune è ricco di beni, ma è in balia di un'Amministrazione che non cura sufficientemente l'interesse della generalità degli abitanti.
Disordine in ufficio, irregolarità nell'andamento del servizio, prevalenza degli interessi privati su quelli comunali, questi sono i motivi principali che reclamano il radicale provvedimento.
E il riferente non esita di proporlo a V. M. perché ha coscienza che per tal modo, con l'assetto dell'azienda comunale, sarà dato un nuovo indirizzo alla pubblica cosa, più conforme alla legge ed ai bisogni di quella popolazione.
UMBERTO I
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell'Interno, Presidente del Consiglio dei Ministri;
per grazia di Dio e per volontà della Nazione
RE D'ITALIA
Visti gli articoli 268 e 269 del testo unico della legge comunale e provinciale, approvato col Regio decreto 10 febbraio 1889 n. 5921 (serie 3a);
Abbiamo decretato e decretiamo:
Art. 1. Il Consiglio comunale di Rigolato, in provincia di Udine, è sciolto. Art. 2. Il signor Alfani Francesco è nominato Commissario straordinario per l'Amministrazione provvisoria di detto Comune, fino all'insediamento del nuovo Consiglio comunale, ai termini di legge.
Il Nostro Ministro predetto è incaricato dell'esecuzione del presente decreto.
Dato a Roma, addì 24 dicembre 1896.
UMBERTO.
RUDINÌ.
06.01.1897 — Commissario straordinario, da Il Friuli del 8.1.1897
Scrivono da Tolmezzo, 6 gennaio: «Di passaggio per la nostra città vidi ieri il signor Francesco Alfani, il quale, proveniente da Roma, si reca a Rigolato quale R. commissario straordinario in quel Comune, il di cui Consiglio venne sciolto con Decreto Reale 24 dicembre 1896, per disordini amministrativi.
Dell'Alfani che ha disimpegnato con buon risultato simili funzioni nei Comuni di Sermoneta ed Artena in provincia di Roma, ci auguriamo ad aspettiamo che ancho lassù possa l'opera seria e sagace ridonare il perduto benessere a quel Comune».
26.02.1897 — Cose del Comune, da Il Friuli del 2.3.1897
Gorto, 26 febbraio (*)
Da quasi due mesi è giunto a Rigolato un r. Commissario straordinario essendo ivi stato sciolto il Consiglio comunale per irregolarità amministrative, come suona il Decreto reale che lassù lo invia.
Abbiamo voluto attingere informazioni da Rigolato, dopo esplicata, almeno la gran parte, l'azione amministrativa dell'inviato governativo. Ma, da quanto ci fu dato sapere, il r. Commissario straordinario — che già fu ad Artena, dove c'era altro genere di disordini già celebrati con processi penali, ove l'assassinio e brigantaggio mandavano sinistri bagliori — il r. Commissario non diede finora che risultati negativi, per non dir peggio.
Valete sentirne qualcuna?
Nella prima settimana di permanenza a Rigolato il bravo uomo convoca la Commissione por la revisione delle liste elettorali; nella seduta si presentano sei domande documentate par l'iscrizione nuova nelle liste, e vengono unanimemente accolte. Allora il Commissario che aveva sott'occhi un foglietto con una lista di una trentina di nomi, domanda sia fatta l'iscrizione pure delle persone ch'esso presentava, senza alcuna pezza d'appoggio. La Commissione naturalmente si rifiutò di accogliere questa domanda d'iscrizione, che la legge non ammetteva. Non l'avesse mai fatto! Il degno funzionario battendo un pugno sai tavolo esclamò: Come, si ardisce respingere la proposta di me r. Commissario?
Non occorre neppur dire che la Commissione tenne duro nel suo giusto proposito.
Allora il Commissario volle cancellare anche quei sei che giustamente erano stati inscritti. Senza commenti!
Si deve notare che i nomi proposti dal r. Commissario erano tutti d'una lista a d'un colore politico ed amministrativo, e non rappresentavano che dei fantaccini d'un certo tale che vuol riafferrare il potere perduto. Forse il r. Commissario era ivi andato con incarico di far trionfare un partito? Per la fiducia che teniamo nell'onestà dagli uomini che stanno al Governo, vogliamo tosto respingere tale supposizione; benché, per note ragioni qualche dubbio ci resti sulle istruzioni che qualche immediata autorità governativa può aver suggerito al provvisorio capo-Comune di Rigolato.
Ve ne dirò un'altra.
La seconda domenica dacché felicita quella povere ambe, il r. Commissario pubblicò un ukase col quale affidava, senza licitazione di sorte, ad una ditta — del vesto rispettabile — la riscossione dei dazi comunali. Naturalmente quei buoni montanari ricorsero contro tale deplorevole pratica, a le superiori autorità giustamente costrinsero il r. Commissario a ringoiarsi il proprio decreto.
Ne volete un'altra ancora?
La domenica successiva viene pubblicata un'altra delibera del r. Commissario, colla quale affida, a un certo perito, ritenuto la persona più competente (frase dell'ukase), la compilazione dell'inventario dei beni comunali di Rigolato. Ma, guardate combinazione! Quella persona competente è proprio il suggeritore dell'iscrizione nelle liste elettorali, di cui sopra si parlò.
Non mi dilungo, per oggi, in altri particolari, che quelli di lassù m'hanno fornito; ma se è vero che dall'alba si conosce la giornata, si può pronosticare che questo r. Commissario straordinario, anziché esser andato a metter pace in quel povero paese alpino (come annunziava un comunicato ufficioso ai giornali della Provincia) si abbia prefisso di rimettere al potere un partito che ha dato prove di mettere in seconda linea i pubblici interessi, locché non può dirsi di quelli che rappresentavano il Comune di Rigolato quando il Consiglio fu sciolto.
Si può con fidanza sperare che il r. Prefetto, con quell'acume che nessuno gli può negare, sappia mettere a posto lassù le cose, oppure voglia consigliare il Governo del re a richiamare al suo posticino di Roma, a trimestre finito, il r. Commissario straordinario.
T.
(*) Lasciamo ogni responsabilità al corrispondente circa la verità delle cose esposte in questa lettera. (N. d. R.)
08.03.1897 — DA RIGOLATO. Inversione di parole e di fatti, da Il Giornale di Udine del 11.03.1897
Ci scrivono in data 8:
Fra i tanti cavilli portati per tentar di giustificare lo scioglimento del Consiglio Comunale di Rigolato, cavilli che la luce del. sole squagliò come neve, fu anche detto che l'ex Consiglio di Rigolato consumò atti di sfacciata partigianeria a favore del dott. Magrini.
Io posso asserire che tale insinuazione è partigiana, e non gli atti del Consiglio. Difatti consultando i verbali consigliari, si trova che il 9 marzo 1896 il dott. Magrini chiedeva al Comune: «Data l'eventualità dello scioglimento del Consorzio Medico con Forni Avoltri, Rigolato sarebbe disposto a mantenere l’attuale stipendio, lasciando al predetto professionista libero il tempo che ora deve impiegare per l'assistenza del consociato Comune di Forni Avoltri?»
E il Consiglio Comunale di Rigolato, il 2 aprile 1896 rispondeva: «In caso di scioglimento del Consorzio Medico con Forni Avoltri, Rigolato tiene ferma e continuativa la nomina del dott. A. Magrini come proprio Medico Comunale, collo stipendio fino ad oggi corrispostogli, coll’obbligo al medico di prestar servizio con residenza in questo Comune per cinque giorni alla settimana, In caso di chiamata il medico dovrà rispondere immediatamente, anche nei giorni di sua libera assenza, lasciando l'indirizzo del suo recapito. In caso di epidemia il medico dovrà prestar l'opera sua come le esigenze lo domandano.»
Devo qui notare che nei patti costitutivi del Consorzio Medico di Rigolato con Forni Avoltri, al medico era fatto obbligo di portarsi a giorni alternati a Forni Avoltri: sicché giornate (in media) tre e mezzo per settimana, restando quindi alla residenza di Rigolato le altre tre giornate e mezzo. Quindi, colla delibera sopracitata, il Consiglio di Rigolato migliorava il servizio pel Comune, senza spendere nulla di più, poiché, invece di avere il medico tre giornate e mezzo per settimana a sua disposizione, lo aveva per cinque giorni e sempre che occorresse. Di più, assentandosi egli si portava presso la sua famiglia, che dista da Rigolato quanto Forni Avoltri, ma che è congiunta a Rigolato da migliore strada e dal telegrafo, e quindi più rapido, occorrendo, il suo ritorno. Senza contare che se il medico fosse stato nelle frazioni di Forni, a Collina, Sigilletto e Frassenetto, paesi inaccessibili a vetture ed a cavalli, lo si sarebbe avuto non solo più distante che ad Ovaro, ma in condizioni da richiedere un maggiore ritardo in caso di richiamata a Rigolato. Aggiungasi pur anche che nei paesi del comune di Forni Avoltri si ha più neve che non verso Ovaro, e quindi più probaibile il caso di ritardi maggiori se il medico si portava lassù.
Con tutto ciò tale partigiana delibera non fu approvata, forse per il parere negativo dell'ex R. Commissario distrettuale di Tolmezzo.
Nel 29 novembre 1896, il Consiglio Comunale di Rigolato, che si vuol far vedere tanto partigiano del dott. Magrini, votò una delibera, suggerita con nota del R. Commissario di Tolmezzo, delibera che l’egregio dottore, accettò, dopo molte sollecitazioni e molte titubanze, solo la sera del 26 febbraio p. p.
E mi consta che il R. Commissario straordinario, qui inviato a metter ordine e pace, appena ricevuta l’accettazione del dott. Magrini, cominciò dal prendere tali partigiane misure in odio al nostro dottore, da dimostrare marcatamente che sfacciata partigianeria non era quella del disciolto Consiglio Comunale, ma bensì quella della autorità politiche contro il prelodato e ben noto professionista.
Un ex consigliere di Rigolato
10.03.1897 — Servizio sanitario impedito da un r. Commissario, da Il Friuli
L'egregio sindaco di Forni-Avoltri ci manda la seguente:
«Signor Direttore!
Pochi giorni or sono il medico consorziale di Forni-Avoltri e Rigolato, essendosi sciolto li Consorzio, assunse il servizio sanitario pel solo Comune di Rigolato, ove ora si trova ad amministrare un r. Commissario straordinario.
Accadde che, così restando sprovvisto di medico Forni-Avoltri, quasi improvvisamente alcuni ammalati di questo Comune richiesero urgente assistenza sanitaria.
Il medico di Rigolato dichiarò di essere sempre pronto a prestarsi, qualora lo potasse, poi nostri ammalati, fin tanto che qui si avesse un professionista.
Ond'è che, quassù richiesto, si prestava ben volentieri a sollievo dei pazienti.
Ma, il r. Commissario di Rigolato, quantunque sapesse che il medico di quel paese era il più vicino a Forni, negò recisamente, e senza plausibile motivo, ogni permesso acché il dottore del suo Comune si portasse a sollevare i dolori dei nostri ammalati. Notisi che fra questi c'era chi con un solo colpo di coltello poteva essere liberato da gravi sofferenze.
Fortunatamente il sindaco di Comeglians permise al proprio sanitario di venire quassù, ma ciò accadde una trentina di ore più tardi del tempo nel quale il medico di Rigolato avrebbe potuto, com'egli vivamente desiderava, assistere i pazienti.
Non aggiungo parola; il pubblico e la autorità giudichino il contegno del r. Commissario straordinario di Rigolato.
E lei sarà tanto cortese da accordare pubblicità sollecita alla presente.
Di che la ringrazio.
Michele Romanin sindaco di Forni-Avoltri»
23.03.1897 — Rigolato. Storie vecchie e fatti nuovi, da La Patria del Friuli
Cap. I. - La favola del lupo e dell'agnello
Nel 1896 si trovava a Tolmezzo un Commissario Distrettuale (ora inviato a felicitare altra parte d'Italia), il quale, per certe sue ragioni, s'era fisso in chiodo di sciogliere il Consiglio comunale di Rigolato, e cercava pretesti per poter giustificare tale suo atto.
Cominciò col dire agli amministratori di Rigolato: «Il vostro ufficio non è tenuto regolarmente, il vostro archivio è in disordine, il vostro segretario non regge. Fatevi un altro segretario e riordinate le carte, o vi mando un regio straordinario...». E quelli di Rigolato cacciarono il segretario, ne elessero un altro, beneviso al Commissario, incaricarono persona a riordinare l'archivio.
Allora il Commissario: «Ma voi altri avere centomila lire di restanza attive che non volete esigere, per accordi coi debitori: ciò è enorme! Provvedete tosto altrimenti vi mando un regio straordinario!». E gli amministratori di Rigolato: «Risulta dall'operato di apposita Commissione che le cento mila lire di restanza si riducono a meno che diecimila; ma noi esamineremo di nuovo queste restanza, le depureremo e l'esigibile esigeremo.» Ed elessero a ciò uno dei più noti e stimati ragionieri di Udine.
Da capo il Commissario Distrettuale: «Ma voi avete molti usurpi dei beni comunali, che non son confinati, e per rendervi popolari tollerate che il patrimonio comunale venga manomesso...» E quelli del Consiglio di Rigolato deliberarono di procedere tosto alla riconfinazione dei fondi comunali ed alla regolarizzazione degli usurpi.
Allora il Commissario: «Voi siete dei camorristi che favorite i vostri amici. Avete fatto delle condizioni troppo vantaggiose al vostro medico.» E quelli di Rigolato, accettando quanto per iscritto il Commissario suggeriva, posero condizioni tali al loro sanitario, che solo l'altro ieri quegli s'indusse ad accettarle e, pure, a malincuore.
E di nuovo il Commissario: «Perché non provvedete sollecitamente d'acqua Rigolato e Ludaria? Spicciate quella pratica!...» E quelli di Rigolato provvidero tosti tubi di ghisa e tennero rapidamente l'asta per le fontane.
«Ma come! — ripigliò il Commissario — Avete avuto un ribasso del 40 per cento! Qui c'è del torbido. Ho già un ricorso contro di voi. Vado a provvedere.» E quelli di Rigolato, dopo avere timidamente osservato che le cose erano procedute a legge, visto mancare l'acqua a Ludaria, coll'inverno sopraveniente, diedero tosto mano ai lavori... senza attendere il placet commissariale...
E allora le acque furono intorbidate davvero, ed il Lupo poté addentare l'Agnello... E intanto che un ricorso degli amministratori di Rigolato, dimostrante la correttezza del loro onesto agire, dormiva a Roma, sotto altre pratiche, (1) qui piombò il R.o Commissario Straordinario ... per riordinare ciò che gli altri in parte stavano riordinando....
Si capisce quindi chi e come abbia suggerito al R. Prefetto (il quale, forse, non dubitava della poca correttezza d'un suo focoso dipendente e non aveva idea esatta dei luoghi, delle cose e delle persone), quasi turlupinandolo, lo scioglimento del Consiglio Comunale di Rigolato, e va da sé che il Ministro, che sta a Roma, abbia accettata una relazione d'un Commissario che stava a Tolmezzo, tenendo le asserzioni di Costui per· buona moneta.
Cap. II. - Gratta il Russo e n'esce il Cosacco.
Ma perché l'ex Governatore di Carnia l'aveva tanto con Rigolato? Qualcuno vuol dire che torto di questo Paese fosse d'ospitare cordialmente il medico Magrini, il quale rappresentava una parte politica, e che, certo, non era l'amico del cuore di questo prepotente pro-console. Ma altri, forse, più malignanti, e che, forse, più s'appongono al ver, vollero vedere un certo legame tra l'ex Commissario di Tolmezzo ed un professionista di quassù, molto interessato in certe faccende... legame che a Napoli si chiamerebbe... la parola non mi sovviene, perché qui non s'usa. Per· favorire questo tale bisognava abbattere un'amministrazione, ma bisognava farlo pulitamente, cercando plausibili pretesti... Ed ecco il pretesto dell'asta delle fontane.
Ed ecco che, qui giunto, il R. Commissario Straordinario confabula con questo professionista! e di poi pare sia succeduto che (per pura combinazione, ben s'intende!), pochi giorni prima della partenza del Governatore da Tolmezzo, questi e quegli si trovassero alla Capitale Carnica assieme all'ex - (si spera definitivamente ex).
All'ex Commissario, che aveva imbastita la faccenda dello Straordinario (molto straordinario) per Rigolato, e che a questi suggeriva il da fare, succede, come ninfa Egeria, naturalmente quel professionista che chiameremo Cosacco.
Cap. III. - S. M. Straordinaria a Rigolato.
Con questi precedenti e con questi collaterali, qui adunque s'installò questo Czar in 64.o.
Si portò al Kremlino Municipale, inchinò il metropolita (se fa tanto per fare) s'insediò sul modesto trono, sottoponendo ai suoi piedi la pelle d'un docile capriolo, si provvide di un campanello... e fra un drin-drin e l'altro cominciò a far decreti, non senza essersi prima informato di quante guardie municipali disponesse, di quanti spazzini e quante lampade diradassero le tenebre a Rigolato. Visto anzi che di queste non ce n'erano, pare abbia detto fra sé: Basterò io a far luce!
Con molti sorrisi, con vaghe parole melliflue, alternate talora (secondo i casi) dal pugno di ferro, tutto diluendo in un mare di frasi fatte, cominciò dal narrare, a chi lo voleva udire, ch'Egli era stato ad Artena, paese grosso, paese molto difficile e pieno di reduci... dalle patrie galere, i quali finirono col diventar tutti docili e buoni. Che sperava di farne altrettanti a Rigolato, dov'Egli veniva col cuore in mano, animato dai più miti propositi ecc. ecc. Qui, ove nessuno lo temeva, avendo tutti la coscienza tranquilla, anche per non ammettere certi paralleli, cominciarono a tenersi a rispettosa distanza, riservandosi di giudicarlo, anziché essere giudicati, dagli atti suoi. Ciò che vedremo.
Cap. IV - Prime gesta del Messia.
Pochi giorni dopo l'installazione, il nostro straordinario convocò la commissione elettorale. Com. alla quale propose di iscrivere una listerella (circa 30 nomi) di nuovi elettori dei quali Egli conosceva i titoli, se anche non aveano documenti. La Commissione, naturalmente, non accettò tale proposta; ma non poté impedire che si dicesse che tale listarella doveva esser stata suggerita dal cosacco... e quindi presentata commettendo un atto di partigianeria.
Dopo appresso il nostro Czar statuì, senza licitazione di sorte, di affidare la riscossione del dazio consumo ad una ditta di Carnia. La pratica incagliò, anche mercé taluni vibrati ricorsi, ma ci fu chi intravide un atto di ·favoritismo, forse ispirato da quel famoso ecc.
Quindi lo straordinario deliberò di affidare l'inventario di tutti i beni del Comune a ... indovinatelo? A quel suo suggeritore, al cosacco... E questo fu da molti giudicato un altro atto di sfacciato favoritismo.
Poi, dicono, ci fosse pronto un decreto per affidare al cosacco anche la confinazione dei beni Comunali, ma che, per un'ispirazione benedetta, tale pratica deplorevole abortisse.
Favoriti gli amici, bisognava combattere gli avversarii; epperò lo straordinario appena (questione di minuti non di ore) s'ebbe in mano una dichiarazione del medico locale (noto e franco avversario del cosacco) colla quale questi accettava la nomina per Rigolato (disgiunto dal consorzio con Forni-Avoltri), gli inviò una lettera di rimprovero perché, in quella mattina (prima di accettare) aveva visitato alcuni ammalati gravi a Forni. Ciò proverebbe che il sedicente pacificatore di Rigolato si occupa volentieri di personalità.
Ma il nostro uomo è anche litigioso, poiché, con quella profonda conoscenza di cose che può avere acquistato in pochi giorni quassù, ha già deliberato di porre il Comune in lite con un proprietario di un fondo, su cui devono passare legnami della Frazione, mentre questi si sarebbe indotto ad una transazione. Oh interessi del Comune, come siete ben salvaguardati!
Appena respirate le nostre aure balsamiche, il nostro omenone (è un grosso pezzo di uomo!) credette di poter sentenziare di cose resinose e quindi, visto che c'erano parecchi boschi da potersi mettere in vendita, con acume sopraffino, voleva venderli lutti contemporaneamente... tanto perché valessero un po' di meno. Sempre a tutela dell'Erario Comunale!
Pare poi che l'omenone abbia l'idea di restare quassù magari oltre un semestre... E S.E. Rudinì sarà di tale avviso? Sono già scorsi due mesi che quest'uomo resta qui facendo piccinerie parecchie e lavoro poco, dando prove di partigianeria, proponendosi di mettere a posto questa gioventù che morde il freno e di cacciare magari taluno in carcere... (non c'è male per un pacificatore!). Sarebbe carità cristiana sollevare, sul terzo fatidico mese, questo povero Comune da un tal straordinario.
Una ancora, eppoi, per oggi ho finito. L'altro giorno il nostro medico, come viciniore, era richiesto, d'urgenza, per un'ammalata, nel Comune di Forni. Lo straordinario vietò, nel modo più assoluto, al dottore di Rigolato di rispondere alla richiesta. E l'ammalata dovette attendere, per più d'una giornata, un altro sanitario!
Qui si confida nella rettitudine del ministro e nella intelligente equanimità del Prefetto perché tale stato di cose non si protragga.
Esopo
28.03.1897 — R. D., da Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia 1.4.1897, n. 76
Relazione di S. E. il Ministro dell'Interno a S. M. il Re, in udienza del 28 marzo 1897, sul· decreto che proroga i poteri del R. Commissario straordinario di Rigolato (Udine)SIRE!
Lo schema di decreto che mi onoro di sottoporre alla firma di V. M. accorda al R. Commissario straordinario di Rigolato, per due mesi, una proroga dei suoi poteri.
Il provvedimento è indispensabile perché egli possa esaurire il suo mandato, portando a termine il riordinamento di quella Amministrazione.
La proroga è poi specialmente necessaria per definire l'importantissima questione relativa alla realizzazione di diversi residui attivi.
UMBERTO I
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell'Interno, Presidente del Consiglio dei Ministri;
per grazia di Dio e per volontà della Nazione
RE D'ITALIA
Veduto il Nostro decreto del 24 dicembre 1896, con cui venne sciolto il Consiglio comunale di Rigolato, in provincia di Udine;
Veduta la legge comunale e provinciale;
Abbiamo decretato e decretiamo:
Il termine entro il quale dovrebbesi ricostituire il Consiglio comunale di Rigolato, è prorogato di due mesi.
Il Nostro Ministro proponente è incaricato della esecuzione del presente decreto.
Dato a Roma, addì 28 marzo 1897.
UMBERTO.
RUDINÌ.
13.04.1897 — Continuano le gesta di S. M. straordinaria, da La Patria del Friuli del 15.4.1897
— 13 aprile. — Il giorno 3 corr. s'ebbe l'asta per l'appalto del dazio consumo, che il R. straordinario voleva affidare ad una ditta, per trattativa privata, e che, invece, accogliendo ricorsi di qua partiti, la R. Prefettura volle ammettere all'onore d'una licitazione. Il Comune avvantaggiò di circa 3 mila lire. Visto questo risultato, S M. straordinaria con una gran disinvoltura ebbe a dire: «avrò almeno il merito di avere compiuto questo bell' affare per Rigolato!» Fortunatamente fra i presenti c'erano molti firmatarii del ricorso contro quanto intendeva praticare il R. Commissario, e questi non tacquero di fronte a tale vanteria.
Sapete che, tra le cose da riordinare quassù, c'era l'archivio del Comune; ebbene, con un tratto degno di Alessandro Magno, il nostro straordinario taglia la questione ed ordina un auto da fè di circa tre quintali di carta... e così l'archivio è sistemato!
Dal novembre p. p. furono sospesi i lavori per gli acquedotti di Rigolato e Ludaria, forse, per male informazioni avute alla Prefettura da un ex-Commissario di Tolmezzo. Il consiglio di Stato, accogliendo un ricorso della soppressa amministrazione, ammise il proseguimento dell'opera, tanto necessaria e tanto urgente. Ebbene, che fa in proposito il R. Straordinario? Forse sta costruendo acquedotti di carta, per utilizzare le ceneri dell'archivio?
La missione più importante e delicata per un R. Commissario Str. qui inviato, doveva essere la depurazione e la riscossione delle restanze attive del Comune. Da oltre tre mesi il governo ci regalò questo Straordinario, il quale, in tale pratica, non ha posto, finora, neppure i piedi.
Le prove che abbiamo delle cognizioni amministrative e di contabilità di questo funzionario, certo non ci affidano di vedere esplicato tale rilevante lavoro. E allora perché non dar corso alla delibera del soppresso Consiglio che invitata a tale opera il ragioniere Gennari?
Ha ben altro per la testa il nostro omone! Egli ha fatto inghiajare la strada che lo porta al Municipio, per non insudiciarsi le sue scarpone all'alpina, lasciando la mota nella strada Provinciale lungo l'abitato; egli attende alla costruzione d'un muricciolo, appaltato per meno che 100 lire; egli sa osservare, a chi da lui acquistò legname a misura, che se una taglia era corta, una trave era, a compenso, lunga; egli sa anche dare cazzotti, e cavare il revolver e minacciare prigione... chi è tanto buono da tollerarlo, forse... E poi egli deve fare delle inquisizioni maliziose per vedere se mai nei ricorsi contro il suo operato (che è ben poco!) ci fossero delie firme false... Crede egli tanto basso il senso morale in Carnia?... E, abituato forse coi caffoni, sgrida i firmatari che non sanno quanto alta sia la sua autorità... Per ispasso si occupa d'arte e giudica indegne di riguardo certe opere che persone competenti apprezzavano. A tempo perduto anche ne racconta... di grosse. Intanto passa il tempo, e nulla si compie.
I ricorsi e de rimostranze legali e per mezzo della stampa a nulla valsero; il Governo confidò, per un altro periodo di tempo, la delicata missione di sostituire i veri Rappresentanti del Paese, ad un uomo che aveva già dato prove d'insufficienze amministrative. E allora a noi non resterà che, imitando l'esempio dello Straordinario, ricorrere a qualche scherzo poco civile.
Esopo
15.04.1897 — Cose del Comune d i Rigolato, da Il Friuli
Ci giunge da Rigolato una corrispondenza contenente censure e lagnanze a carico del r. Commissario straordinario mandati a reggere quell'amministrazione comunale, essendo stato sciolto il Consiglio. La forma però troppo risentita e vivace di quello scritto, non ci permette di pubblicarlo, e dobbiamo limitarci al seguente documento che in copia era unito alla corrispondenza stessa:
«AI R. Commissario Straordinario pel Comune di Rigolato.
Il Reale Decreto che qui inviava V. S. Le dava implicitamente l'incarico di riparare a gravi disordini amministrativi ed ai favoritismi usati dalla cessata amministrazione.
I sottoscritti, che tengono ad onore di aver composta tale amministrazione alla quale non si potrà mai muovere l'accusa di disonestà, né di favoritismo, vedono con dispiacere che la S. V. non si occupa punto di chiarire le accuse circa la passata gestione del Comune.
II più grave appunto mosso ai dimessi reggitori di -Rigolato si era quello di non avere defluito la questione delle restanze attive. V. S. deve essere perfettamente persuaso che ben altre erano le nostre intenzioni, dal momento che incaricammo (con regolare deliberazione consigliare) l'egregio ragioniere Gennari, a voler regolarizzare ed espletare tale pratica.
Sono presto trascorsi i tre mesi della legale missione di V. S. e la scarsa opera dalla S. V. compiuta non ci dà affidamento veruno di poter vedere regolarizzati i conti del Comune.
Almeno V. S, avesse, coma pei beni incolti, fatta sua una pratica da noi Iniziata, ma niente!
Noi che ci vantiamo di essere stati amministratori onesti ed economici, vediamo certo di mal cuore crescere le spese per la frustranea permanenza in Comune di un funzionario governativo, che si poteva altrove inviare.
E quindi V. S. non interpreterà sfavorevolmente la nostra preghiera di chiarire presto e nettamente la questione delle restanze attive del Comune, e non disconoscerà in noi il diritto di fare tale domanda.
Rigolato, 26 marzo 1897.
Gortana Gio. Batta Vittorio, Giulio D'Andrea, Candido Pietro, Fruch Gio. Batta, Candido Ulderico, Gortan Cappellari Giuseppe, Ceconi Nicolò, Ceconi Pietro, Gracco Gio. Batta, Lepre Pietro, Zanier Amedeo, Gortana Pietro, Della Pietra Giovanni, Gussetti Eugenio.
(NB. Il 15° Consigliere, sig. dottor Durigon, era dimissionario prima dello scioglimento del Consiglio)»
17.04.1897 — Rigolato, da La Patria del Friuli
Per oltraggi contro persone rivestite di autorità venne arrestato il boscaiuolo Egidio Pellegrino, non pregiudicato, il quale, l'altro giorno, «oltraggiò con bassi epiteti» il Regio Commissario straordinario signor Francesco Alfani, intromessosi per sedare una rissa. L'arresto avvenne «nell'ufficio municipale del Regio Commissario straordinario.»
03.05.1897 — Rigolato, da La Patria del Friuli
Un Corrispondente che, per mantenere l'incognito, si firma Esopo, torna a scriverci (è una lunga lettera) sulle gesta, o gesti che si debbano dire, di un Personaggio che colà venne inviato quale straordinario capo, essendosi sciolto il Consiglio comunale.
La lettera di questo nuovo Esopo ci narra di cose su cui sarebbe impossibile istituire un'indagine critica. Quindi l'egregio Corrispondente ci perdonerà, se davvero non ci è, questa volta, possibile servirlo.
Veda; l'antico Esopo scrisse le favole sue, che sono sempre, dopo tanti secoli, citate quale fonte di pubblica e privata moralità. Ma, pur non esistendo allora il Codice Zanardelliano, si giova dei nomi di animali o anche di vegetali, come le quercie e le zucche, per aombrare la satira ammanita ai costumi umani.
Adesso, per quattro parole messe in pubblico con la Stampa, c'è sempre il pericolo di querele. E l'offesa c'è, davanti il Codice, anche quando la frase avesse toccato il vero. Or chi si crede offeso, invoca certi articoli ormai famosi; s'intesse un bel processo, e non mancano Avvocati, anche illustrazione del Foro, che si divertono a gonfiare, cosicché i Giudici si trovano quasi sempre imbrogliati nelle sentenze, ed il più delle volte si sbrigano con l'applicazione della tariffa massima... lasciando volentieri (dacché non sono permalosi) le così dette riparazioni ai Giudici maggiori d'Appello.
Egli è, per codeste ragioni, ignoto e tuttavia carissimo novello Esopo di Rigolato, che non abbiamo pubblicato sinora né pubblicheremo oggi la Corrispondenza.
Tuttavia, a servizio della cronaca, da esse ritrarremo tre fatti.
Il Corrispondente, Esopo, pone il quesito: «e il Governo che dirà di questi risultati?» E noi soggiungiamo che la risposta potrà darla soltanto il comm. Segre, Regio Prefetto nella nostra Provincia.
- I.o Il signor Straordinario accusava di ribellione, e violenza ad un pubblico ufficiale, certo povero diavolo, il quale erasi intromesso fra due litiganti; ed il Tribunale di Tolmezzo ritenne che il poveraccio non fosse reo delle colpe attribuitegli dal signor Straordinario, e lo rimise in libertà.
- II.o Il signor Straordinario offrì per ovo pasquale al bravo dottor Arturo Magrini una sospensione di stipendio per motivi d'ordine, e nel Comune di Rigolato s'ebbe una protesta plebiscitaria della popolazione contro il provvedimento in odio al dottor Arturo.
- III.o Siccome il signor Straordinario venne a Rigolato per definire la vertenza delle restanze attive, novantatremille lire lasciate in balia d'una Consorteria, l'esame della vertenza fu deferito ad un Contabile, il quale trovò che le famose restanze, anziché a lire 93.000, si riducevano appena a lire duemilaseicento!!!
Intanto l'Esopo di Rigolato è pregato di indirizzarsi, un'altra volta, al Prefetto, piuttostoché alla Patria del Friuli.
agosto 1897 — Dalla Carnia, da La Patria del Friuli del 4.8.1897
Agosto 1897. ... Passando per Rigolato mi prese curiosità di sapere come andassero le faccende di quel Paese, giacché aveva letto nei Giornali della Provincia alcune Corrispondenze circa uni certo Commissario Straordinario che aveva deliziato quel ridente alpestre Comune. Mi riescì facile imbattermi nell'Esopo di lassù.
— E così, gli dissi, perché non scrivete più delle vostre cose straordinarie?
— Eh che vuole!, mi rispose, le cause sono parecchie: dapprima il Prof. Giussani mi fece capire che il Codice Zanardelli vieta di dire nero il nero, ed ammette appena che si dica bianco il bianco; poi fui ammalato; e poi anche, come Dio volle, lo stravagante qui piombatoci se n'è andato...
— Dunque non avete più il Commissario a Rigolato?
— Ci mancherebbe altro!... Per quanto riprovasse, non riuscì mai a tenere un'asta regolare; per quanta carta imbrattasse, non venne a capo di nessuna pratica, non risolse nessuna questione, non chiuse nessuna pendenza, non condusse a fine nessun lavoro... Nelle ultime settimane non sapeva più che si facesse... Ma non volle mai riconoscere la propria... deficienza, e di tutto dava colpa alla Prefettura che gli metteva i bastoni fra le ruote...
— Ma lasciamo in pace il Commissario! — lo interruppi. Ora avrete un nuovo Consiglio, un nuovo Sindaco...
— Eh! sicuro. Gli elettori risposero alte pressioni ed alle blandizie dello stravagante, col non eleggere nessuno de' suoi: fu rieletto quasi intero il vecchio Consiglio, con un accordo mai più visto. Il Regio Straordinario fu mortificato vedendo restare in tromba l'uomo del suo cuore, la sua Candida Ninfa, il suo vitale suggeritore, che s'ebbe... quattro voti, compreso il proprio! E meravigliò vedendo le cose procedere con calma, con ordine, senza nessun chiasso... e con tutto il Paese a dormire più presto del solito.
Fu poi convocato il Consiglio nuovo, il quale elesse, a voti unanimi, Sindaco l'egregio sig. G. B. Vittorio Gortana, che già precedentemente, per due triennii aveva tenuto tale carica, con quella rettitudine che anche gli avversarii gli devono riconoscere.
— M'immagino che il R.o Commissario avrà letta la sua Relazione...
— Sì, l'aveva fatta stampare in precedenza, prima delle elezioni. E dovette dire al Consiglio (come è consacrato nei verbali) che ammette di essere stato tratto in inganno su parecchie cose... che quindi non insiste nelle sue idee, specie per ciò che risguarda il medico...
— Bravo! Allora era, in fondo, un galantuomo. E del medico che ne è avvenuto, dopo il famoso provvedimento straordinario?
— Il d.r Magrini ricorse all'on. Consiglio sanitario provinciale, il quale, unanime, trovò ingiustificata la misura disciplinare che lo stravagante aveva adattato, per le sue bizze personali.
La popolazione poi del Comune fece alla sua volta un ricorso contro la stessa stravagante delibera che provocò così una attestazione dell'affetto del nostro Paese al d.r Arturo. Il nuovo Consiglio — alia sua volta — annientò il provvedimento Commissariale, in ogni suo lato, con una deliberazione molto lusinghiera pel nostro medico d.r Magrini, il quale ora, mi pare, faccia una vita trappo ritirata e troppo riservata.
— Adesso dunque il Comune di Rigolato procederà bene?
— Ciò dipenderà molto dalla Prefettura, la quale dovrebbe contenersi come ai tempi del povero Gamba, che, ricevendo ricorsi, li rimandava tosto quassù, per sentire l'altra campana... Saprà già che qui abbiamo un tale specialista ricorrente: questo, Signore non può darsi pace del perduto potere, e così trova mal fatta tutta l'opera altrui. Finché s'ebbe un'infausta tortora a Tolmezzo, le costui lamentele furono ben tubate presso la Prefettura, la quale, talora, poté forse essere tratta ad apprezzamenti inesatti. Ora giova sperare non l'andrà così.
— Non vedete ridente l'avvenire?
— Caro Signore, sono vecchio ed ho perduto lungo il cammino della vita molte illusioni...
Vedendo che la conversazione piegava troppo al tetro, preferii interromperla, e mi recai a Forni Avoltri per ammirare anche lo splendido altare in marmo, di fresco ivi inaugurato, opera lodevole dell'artista Pochero, da Rigolato, e splendido dono offerto da d.n Valentino Vidale al proprio Paese.
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